“A gennaio 2026 si aprirà l’Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastoralismi, sarebbe una bellissima opportunità, per una terra così segnata come il Molise, ospitare la Giornata Nazionale della Transumanza“

“Il tratturo non si conserva senza la pastorizia. Se non aiutiamo i pastori a sopravvivere e a vivere dignitosamente, portando avanti il lavoro che fanno, mancherà, presto, la visibilità stessa di questo bene culturale” – ci ha detto Letizia Bindi, Docente ordinario di Antropologia Culturale e Direttrice del Centro di Ricerca “Biocult”, presso l’Unimol, nel corso della Mostra “TRAME: immagini, testi e tessuti”, promossa nei giorni 21-22-23 Ottobre, 2025, presso le Sale del Circolo Sannitico di Campobasso. “Se oggi sfalciamo il tratturo, fra sei mesi sarà di nuovo coperto. Non possiamo pensare di conservarlo così. L’unico modo per conservarlo, per farne un’infrastruttura paesaggistica e turistica importante è quello di aiutare le aziende produttrici a continuare a portare gli animali in giro, lungo il tratturo, svolgendo un doppio servizio: quello della visibilità paesaggistica e del lavoro di tutela del territorio, svolgendo un servizio ecosistemico”.
La Mostra “TRAME: immagini, testi e tessuti”, promossa grazie alla collaborazione dell’Associazione “Il Cavaliere di San Biase”, presieduta da Antonella Struzzolino, ha mostrato la proiezione di filmati e l’esposizione di fotografie, utensili, testi e di un antico telaio di fine Ottocento, recuperato dai genitori della maestra d’Arte Maria Teresa Santella, che nella circostanza dell’evento, ne ha dimostrato le funzioni, consentendo ai visitatori un ideale viaggio nel tempo a contatto con l’esperienza della transumanza e dell’artigianato d’epoca, presente in Molise e nelle regioni limitrofe come la Puglia, che nella circostanza, nell’ambito di una strategia transregionale con il Molise, sta condividendo il progetto T.R.A.M.E. (Transumanza, Ricerca, Archivi, Memoria, Ecomusei), grazie alla collaborazione dell’Università di Foggia, con l’Università degli Studi del Molise e con la Società Archeologica srl. – Servizi per i Beni Culturali, in un progetto di vasta area che mira alla costituzione di un Ecomuseo delle Transumanze centro-meridionali, basato su una logica di sviluppo territoriale a base culturale.
“La Mostra è il tentativo di sintetizzare il lavoro del progetto T.R.A.M.E che è un bando a cascata finanziato dal programma CHANGES PNRR” – ci ha spiegato l’antropologa Letizia Bindi, direttrice del Centro di Ricerca “Biocult”, che oltre ad essere un fortunato acronimo che evoca la transumanza, l’attività di ricerca, gli archivi, la memoria storica e l’obiettivo rappresentato dagli ecomusei, rende bene nel denominare il lavoro di tessitura reale della lana, del lavoro di ricerca compiuto, e quello dei testi e delle reti. La Mostra TRAME rappresenta uno degli ultimi risultati della ricerca, coordinata dalla cattedra di antropologia del Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione dell’Università degli Studi del Molise, e condivisa con l’Università di Foggia e con un’azienda, la Società Archeologica srl., un soggetto privato, che è uno spin-off dell’Università di Foggia, che si è occupata dei contenuti digitali, delle piattaforme di schedatura, degli inventari dei patrimoni materiali e immateriali. Qui, in questa Mostra, abbiamo montato una serie di prodotti trovati nel tempo, durante i nostri lavori di ricerca sui tratturi e sulla transumanza e sulle ricerche, affrontate durante i dieci anni di percorso del nostro Centro Biocult.
Il progetto di Ecomuseo di Molise e Puglia è durato un anno. Abbiamo, qui, allestito una piccola saletta per la proiezione di alcuni documentari realizzati, negli anni, sul tema della pastorizia (come quelli curati in Patagonia). C’è, inoltre, qualche opera partecipativa di Lisa Fontana, una designer tessile di Torino che, da anni, lavora con lane rustiche, tinte a mano, per realizzare installazioni creative, sulla scia dell’arte materica di Maria Lai. Nella Sala Fratianni del Circolo Sannitico, abbiamo selezionato, inoltre, una serie di fotografie di Fabio Pilla, realizzate nel tempo, durante le varie transumanze e pugliesi, come, per esempio, quelle del giovane pastore Valerio Berardo a Capracotta. Ci sono anche fotografie che mostrano le pecore della famiglia di pastori Innamorato, nel sito archeologico di Altilia- Sepino”.
Anche l’Associazione “La Mantigliana” ha partecipato con l’esposizione di un suo abito d’epoca. E non sono mancate, nella Mostra che sintetizza tutte le esperienze delle comunità molisane e pugliesi, accomunate dall’esperienza della transumanza, le stampe con le foto della famiglia Colantuono. I cerimoniali realizzati con gli animali. Foto che raffigurano i droni, curate da Giorgio Calloni. Alcune foto di Roberto Zeoli, curate a Rotello, durante le escursioni organizzate da Marcello Pastorini (Ecomuseo Itinerari Frentani), la foto di qualche zampognaro.
“In questa circostanza, il Molise ha collaborato con la Puglia, perché le strategie transregionali sono importanti. A Foggia si pagava il dazio ed abbiamo lavorato anche a contatto con le comunità pugliesi” – ci ha detto la professoressa Letizia Bindi ” anche se in Puglia la transumanza viene fatta soltanto da storiche famiglie, come quella del pastore e veterinario Cristoforo Carrino, di Lucera. Nella Mostra sono presenti anche alcune foto sulle culture materiali dell’Appennino, realizzate da Michela Buonvino, un’assegnista di ricerca che lavora con Biocult e che fanno parte di una collezione più ampia di fotografie di utensili che evocano saperi e tecniche artigianali nate con la pastorizia presente sull’Appennino, che divulgheremo in un prossimo progetto”. Le conclusioni finali sul piano scientifico del progetto T.R.A.M.E. saranno svolte all’Università di Foggia, con un convegno previsto nel mese di Novembre. “La valorizzazione ecomuseale è un processo in cammino, che sarà utile, anche e soprattutto, a promuovere un tessuto di interazione socio-economica delle aziende produttrici”- ha concluso la professoressa Bindi, anima del progetto e insostituibile sensibilità al servizio della valorizzazione delle tradizioni culturali del Molise.
Davide Marroni















