“Traiettorie Contemporanee”, Termoli polo di riferimento per l’arte contemporanea

Nel sogno sfumato del progetto di Candidatura di Termoli a Capitale dell’Arte Contemporanea 2027, l’idea geniale di dare delle nuove coordinate a quel luogo sconosciuto chiamato Molise

“Traiettorie Contemporanee” è stato il progetto con cui Termoli ha concorso per diventare “Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027”,  arrivando tra le prime quattro città italiane finaliste del Premio, istituito nel 2025, e che ha visto Termoli, partecipare con Alba, poi (risultata vincitrice il 17 Ottobre scorso), con Foligno- Spoleto, Pietrasanta ed altre due città, Chioggia e Gallarate di Varese (precedentemente escluse). La candidatura è stata supportata dalla Fondazione Macte e dal Comune di Termoli, con l’intento di trasformare Termoli in un polo di riferimento per l’arte contemporanea, valorizzando il suo patrimonio artistico e culturale, attraverso 30 iniziative multidisciplinari in ambito artistico, teatrale, musicale, cinematografico, performativo, capaci di coinvolgere 40 enti, associazioni, università, giovani artisti, collaborazioni nazionali ed internazionali. 

Termoli, soprannominata la “Greenwich d’Italia”, si trova all’incrocio del  42° parallelo nord, che collega la costa ai tratturi, con il meridiano est 15°, che unisce il patrimonio industriale alle nuove economie digitali e circolari. A Termoli nacque, nel 1955 il “Premio Termoli”, per iniziativa dell’artista Achille Pace: uno dei premi artistici di Arte Contemporanea più longevi d’Italia, che generò la ricca collezione del MACTE, il Museo d’Arte Contemporanea di Termoli. Le premesse per la candidatura c’erano.

Tra le prime persone ad accorgersi delle opportunità del bando che ha dato vita al  progetto di candidatura di Termoli a “Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2027”, c’è stata Sabrina Lallitto, la Sindaca di Casacalenda:

“Fu io ad intuire l’idea di partecipare a questa competizione nazionale, istituita dal Ministero della Cultura nel marzo 2024, e che conobbe una prima candidatura per il 2026” – ci ha detto Sabrina Lallitto, riconfermata alla guida del Comune di Casacalenda, nell’Ottobre del 2021 – “mi preoccupai, quindi di coinvolgere, presto, una macchina di persone che si occupano di arte contemporanea, convinta che il nostro territorio avesse tanto da esprimere. Si trattava di un bando meno generico rispetto a quelli tradizionali della cultura, ma più puntuale e specifico sul tema della contemporaneità. Abbiamo quindi lavorato al bando, per un anno e mezzo, coinvolgendo specialisti della progettazione, come Gianfranco De Gregorio e professionalità come quella di Silvano Straccini, già direttore del progetto che consentì a Pesaro di aggiudicarsi il titolo di “Capitale della Cultura 2024″, particolarmente esperto nell’interpretazione dei bandi. E abbiamo collaborato con Macte”.

In che modo è stata coinvolta Casacalenda? 

“Casacalenda rappresenta l’alter ego di Termoli. Come dico sempre, rappresentiamo l’avamposto delle aree interne. Con una complessità diversa. Con minori risorse ed anche minori possibilità lavorative. Ma accomunati a Termoli dal coraggio e grazie all’impegno manifestato nell’ambito artistico, attraverso alcuni eventi, come il “Premio Termoli”, nato nel 1955, per iniziativa di Achille Pace, uno dei primi premi nazionali di arte contemporanea ed attraverso eventi di arte e di architettura ospitati da Casacalenda, già negli anni ’90, mentre questo Comune cercava di trovare la sua strada nella rigenerazione territoriale. Questa complementarietà, unita all’apertura verso altri Comuni come Civitacampomarano, caratterizzata dalla presenza stabile del Cvtà Street Fest, ed all’esperienza di altri micro interventi in  Comuni come Santa Croce di Magliano hanno determinato la mia scelta di condividere il progetto non tanto come rappresentante di Casacalenda, ma in quanto rappresentante di un sistema di Comuni, che ampliava il progetto a tutta la regione. Il Premio andava a Termoli, come città, ma anche come porta verso un territorio più vasto che sceglieva la contemporaneità”.

Avete creduto nella possibilità del successo finale?

“All’inizio le città candidate erano sei ed essere entrati nella fase finale, concorrendo con città di grandi tradizioni come Alba, Pietrasanta, Foligno Spoleto è stato un successo. Dagli umori e i sentori, a Roma, si percepiva che saremmo entrati, in finale, come quarti. Tutti i progetti dei terrori risultavano qualificanti e qualificati, ma il nostro progetto, forse, aveva minore energia. Avevamo una storia, ma competevamo con la gloria di altre città. Abbiamo, quindi, puntato non tanto sulla storia, quanto sull’importanza del volano futuro che avrebbe generato un eventuale successo, per lo sviluppo della cultura e dell’economia del territorio.. Ci siamo, dunque, presentati brillantemente, a Roma,  grazie al video curato dallo youtuber Klaus, dello Studio Wonderlast Vision di Milano, particolarmente sensibile ai temi sociali ( attualmente impegnato, ad esempio, nei temi legati al supporto psicologico post Covid). E siamo stati tutti bravi e naturali nel presentare il progetto nel corso dell’audizione di 60 minuti, svoltasi il 16 Ottobre 2025 a Roma, Palazzo Poli (sede dell’Istituto Centrale per le Grafica). Ce l’hanno riconosciuto tutti. La nostra fortuna è stata quella di essere stati ultimi, in ordine cronologico, nell’enunciazione in pubblico delle relazioni, avvenuta dopo aver visto gli altri, nel corso delle audizioni al cospetto della Giuria: cosa che ci ha consentito di centrare il tiro, capendo che perdersi nei dettagli tecnici non sarebbe servito”.

E’ venuto anche il Governatore alle Audizioni. Ci ha creduto anche lui in un possibile successo?

“E’ stato un privilegio avere con noi il Governatore della Regione Molise, Roberti e c’era anche Alberto Cirio, Presidente del Piemonte. E’ sempre molto importante avere governatori che sostengono le nostre iniziative.

Subito dopo l’audizione tutti si sono complimentati, a partire dalla Giuria.  E tutti hanno creduto nella possibilità di un successo, resosi possibile grazie alla freschezza e spontaneità delle nostre relazioni ed all’innovatività del progetto. Tant’è che, da come risultava da un articolo scritto da Berruti, nel quotidiano La Stampa, del giorno dopo, erano tutti convinti che ce l’avremmo fatta: perché, più che premiare una storia, eravamo risultati innovativi. Tutti ci hanno detto: se non vinceremo noi, vorremmo che vinceste voi, perché siete stati straordinari. Sicuramente l’aggiudicazione del titolo non avrebbe cambiato le sorti di Termoli o di Casacalenda, ma avrebbe dato una spinta importante alla nostra regione”.

Davide Marroni

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