Una selezione di 30 contributi inediti tra cui una lettera che Silvio Pellico, nel 1820 scrisse a Piero Maroncelli, il capo della Carboneria a Milano

Ognuno di noi ha quel pizzico di follia che, nella vita, annulla la noia, per rappresentare una forza positiva, come diceva la compianta cantante Ornella Vanoni e quell’ossessione vitale ricordata dalla insegnante e scrittrice Antonella Presutti, nel corso dell’incontro avvenuto con Marco Occhipinti, autore del libro “Sfizi. Di. Posta” di Cosmo Iannone Editore e condiviso con la Direttrice Editoriale, Rosanna Carnevale, nel corso dell’appuntamento letterario di sabato 22 novembre, promosso nell’ambito della Campagna Letteraria “Vincenzo Ferro”, nella sede del Pastificio La Molisana.
E l’ossessione del geologo Marco Occhipinti (classe 1972), siciliano, oriundo di Ragusa e Lentini, ma residente a Lucera da 4 anni, è stata la filatelia, fin dalla primissima infanzia, maturata a contatto con i colorati francobolli africani e con quelli enormi venezuelani, evolutasi, successivamente, nell’attenzione per le affrancature, per i bolli di partenza, per quelli di arrivo, di transito, di censura postale, finché, a furia di leggere, l’attenzione di Occhipinti ha cominciato a soffermarsi sull’aspetto cosiddetto epistolografico, riguardante le informazioni più private come il mittente, il destinatario e i contenuti delle missive. A quel punto, in età matura, l’appassionato collezionista di documenti postali e geologo comincia ad appassionarsi alla filatelia tematica, come quella dei terremoti, ricordando le cartoline che parlano delle sensazioni drammatiche vissute in occasione del terremoto del Friuli del 1976, dove conosce la realtà degli uffici postali mobili che consentivano agli utenti l’esenzione dall’affrancatura, per cominciare a rendersi conto che la storia postale, emergente dalle lettere e dalle cartoline, rappresenta un metodo di ricerca storica, dai campi di applicazione infiniti.
Marco Occhipinti è oggi un consulente di Poste Italiane. Ospite fisso della trasmissione di Rai 3 “Geo”, condotta da Sveva Sagramola, in cui racconta le sue storie e porta i suoi documenti. Ed è anche uno dei giurati italiani più qualificati nell’ambito dei Concorsi Nazionali che valutano le esposizioni di collezioni filateliche. Sono finora 500 gli “sfizi” ovvero i contributi e, dunque, gli aneddoti e le storie raccontate da Occhipinti nel suo blog “Sfizi.Di.Posta”, presente su Facebook, rivolto ai suoi 30.000 follower, per i quali, tradizionalmente, ogni lunedì, pubblica un rapido “sfizio” di posta, ovvero una storia costruita grazie alle lettere, ai messaggi, alle cartoline da lui intercettate.
Una selezione di 30 contributi inediti di Occhipinti è, attualmente, presente nel libro: “Sfizi.Di.Posta. La storia attraverso la posta, la posta attraverso la storia”.
Il progetto editoriale “Sfizi.Di.Posta” nasce grazie al felice incontro avvenuto, due anni, con la Cosmo Iannone Editore, nello storico stand n.57, con cui la casa editrice è presente, ad ogni edizione, nella Fiera della Piccola e Media Editoria, che anche quest’anno si svolgerà, dal 4 all’8 Dicembre, con il titolo “Più libri più liberi”, alla Nuvola di Roma, con due eventi letterari molisani dedicati al centenario dello scrittore Giose Rimanelli ed alle opere di Francesco Jovine, grazie al contributo degli storici Gino Massullo e Sebastiano Martelli.
“Trasportare le storie e, dunque, gli sfizi di Occhipinti, dalla pagina del blog a quelle del libro ha comportato un cambio di passo” – ha detto Rosanna Carnevale, Direttrice Editoriale di Cosmo Iannone Editore – “perché non bisognava dare più retta alla velocità, ma dare spazio ad una scrittura più pensata. Occhipinti ha un immaginario pirotecnico, il gusto dell’iperbole, dei punti esclamativi e dell’enfasi. Nella scrittura di questo libro ha mantenuto la leggerezza nella narrazione, non disgiunta dall’approfondimento, come quella del tratto psicologico di alcuni dei protagonisti degli aneddoti, come Silvio Pellico e Ludovico Di Breme, grazie all’analisi grafologica del tratto calligrafico prodotta dalla criminologa della polizia di Verona, la profiler Mirka Mantoan”.
Rosanna Carnevale ha ricordato, nel corso dell’incontro svoltosi presso “La Molisana”, alcune delle dinamiche e degli aspetti tecnici postali raccontati nel libro, come, ad esempio, la posta “pneumatica” che, nell’arco di pochissimo tempo, a Londra e a Parigi, nell’800, consentì un meccanismo di recapito rapido dei messaggi grazie a tubi di aria pressurizzata, inventati dall’ingegnere scozzese William Murdoch (ricordiamo che le stazioni della posta pneumatica erano abitualmente connesse ad uffici postali, sedi delle borse valori, banche e ministeri e che l’Italia fu l’unica nazione a stampare francobolli destinati, in maniera specifica, alla posta pneumatica, fra il 1913 ed il 1966).
Nella copertina del libro “Sfizi. Di.Posta” è raffigurata una foto della famiglia Gifuni, particolarmente nota a Lucera, di cui era originaria, attraverso una foto del 1897, dove è raffigurato il nonno dell’attore Fabrizio Gifuni: Giambattista Gifuni, fondatore della Biblioteca Civica di Lucera e direttore del Museo Civico di Archeologia Urbana “G. Fiorelli”.
Ma il documento più importante contenuto nel libro è una lettera acquistata da Occhipinti presso un commerciante di Venezia, al prezzo di €.4.70, con la quale Silvio Pellico, nel 1820 (alla vigilia dei moti risorgimentali del 1821), scrisse a Piero Maroncelli, il capo della Carboneria a Milano. La polizia, quando perquisì la sua abitazione, trovò questa lettera firmata da Pellico che non era affiliato alla Carboneria, seppure vicino nelle idee. Pellico e Maroncelli furono, entrambi, arrestati e condannati a morte. La pena fu commutata in 10 anni di carcere allo Spielberg di Brno, dove Silvio Pellico scrisse il famoso libro di memorie: “Le mie prigioni”, pubblicato nel 1832.
Il libro di Occhipinti è una grande narrazione in cui, come ha ricordato Antonella Presutti, grazie alle cartoline rinvenute, la microstoria e la macrostoria dialogano continuamente, attraversando circa 130 anni di storia (dal 1820 al 1949). “Marco ci restituisce il volto dell’Italia. Di un’Italia semplice. Che conosceva i propri limiti, Ma anche dell’Italia delle leggi razziali e del totalitarismo”- ha detto la scrittrice ed insegnante Antonella Presutti, presidente della Fondazione Molise Cultura. “Da questi racconti scopriamo che esisteva un minimo di welfare sociale. Che si registrava efficienza attraverso la presenza della sanità, del trasporto sui treni. Che esisteva il certificato di povertà che consentiva di accedere ad alcune agevolazioni come l’esenzione dalle tasse per il matrimonio. Con gli inizi del nuovo secolo, viene, dunque, ricordata la tragedia del terremoto di Messina, rivisitata nel 1910, constatando che poco era cambiato, a differenza di quanto avvenne a Reggio Calabria, ricostruita con una progettualità più significativa. Ci sono, quindi, le drammatiche cartoline inviate dal fronte, durante la Prima Guerra Mondiale e la cartolina con cui, nel 1927, il sistema sanitario imponeva il vaccino antirabbico ad una donna. Le cartoline di Occhipinti testimoniano anche la realtà dell’I.M.I. (Internati Militari Italiani durante la Seconda Guerra Mondiale), con i soldati italiani costretti ad attraversare condizioni di prigionia e a dover scegliere fra la bandiera italiana e l’adesione alla Repubblica di Salò. E le notizie date da Radio Mosca, verso la fine della guerra (nel 1945), che ridiedero speranza alle famiglie dei prigionieri italiani scomparsi”.
La memoria raccontata dalle cartoline di Occhipinti, si sofferma, per un attimo, anche sul Molise, quando uno slogan pubblicitario del 1941, che promuoveva la fabbrica Iaverone, presente in Via Veneto, a Campobasso, dove c’è, attualmente, il punto vendita, enunciava: “Dentatura da leone. Dentifricio Iaverone. La forza è nei denti. La bocca disinfetta. I denti cura. Protegge ed irrobustisce le gengive e gran profumo all’alito procura”. In un altro documento viene anche ricordato il baccalà venduto, all’epoca, dalla ditta Romano Ireneo di Montecilfone, attraverso un sollecito di pagamento: “Per venirvi incontro abbiamo spostato la seconda scadenza al 30 Ottobre p.v. in modo da darVi tutto il tempo materiale per la vendita del baccalà”.
Attraverso una lettera di Beppe Ravazzi a Cesare Pavese, del 15 Agosto del 1945 ed il ricordo del tenente della Guardia alla Frontiera, Ignazio Vian, tra i primi organizzatori della resistenza nella battaglia di Boves contro i tedeschi nel 1943, le cartoline di Marco Occhipinti ci parlano anche dei momenti drammatici della Resistenza, della successiva Liberazione e di come le persone sopportarono l’atrocità di quei momenti.
“Quando hanno impiccato le persone” – ha ricordato Marco Occhipinti, nel corso dell’evento di presentazione del suo libro “Sfizi. Di. Posta”, – i fascisti hanno fatto scendere le persone dal tram perché assistessero allo spettacolo. Ed è nostro dovere tramandare, oggi, la memoria di quello che avvenne. Perché se noi siamo quello che siamo oggi, lo dobbiamo a loro.. Proveniamo da loro. Ed io ho sentito l’esigenza, anche attraverso le testimonianze di persone sconosciute, di raccontare questi spaccati di vita e momenti quotidiani, leggendo le lettere che stanno negli scatoloni di commercianti, pieni di tonnellate di materiale cartaceo, di pochissimo valore economico, ma che veicolano una storia dal valore infinito. Più di una volta i discendenti delle persone si sono riconosciuti nelle lettere e nelle cartoline da me pubblicate. E almeno, in una ventina di casi, i discendenti dei parenti mi hanno contattato, ringraziandomi in maniera sperticata, perché avevo fatto rivivere le loro storie”.
Così come è accaduto con la signora Maria Paravizzini di Siracusa, rintracciata su Messanger, da Marco Occhipinti, nel 2021, quando costei aveva 90 anni, dopo averla identificata attraverso il messaggio contenuto in una cartolina inviata dalla stessa alla zia a Sortino, nel settembre 1945 (quando aveva appena 15 anni). La signora Maria morirà nel 2024 e il figlio farmacista ringrazierà Marco Occhipinti perché, grazie a questa storia della cartolina, aveva regalato alla mamma, due o tre anni di felicità.
L’ossessione per le lettere, i francobolli e le cartoline di Marco Occhipinti tornerà a produrre, nel gennaio prossimo, un nuovo libro intitolato: “Il controllo e la censura postale al confino fascista dal 1926 al 1943”.















