San Martino in Pensilis raccontata dal suo primo cittadino, Giovanni Di Matteo

“Ci sono inglesi e americani, residenti a San Martino in Pensilis, che sanno cogliere e raccontare la bellezza di un’alba o di un tramonto molisano, meglio di quanto sappiamo farlo noi, che ci viviamo da sempre”

“San Martino è il paese migliore del mondo. Non vivo qui per costrizione, ma per scelta” ci ha detto il Sindaco di San Martino in Pensilis, Giovanni Di Matteo, orgoglioso della crescita non tanto demografica quanto culturale che si registra, in paese, negli ultimi anni, rappresentata dalla crescente attenzione nei confronti della comunità, proveniente dalla presenza di piccole colonie di cittadini stranieri: inglesi, americani, recentemente anche tedeschi  che sono transitati, eleggendo San Martino in Pensilis come nuova patria. 

“Alcuni stranieri hanno comprato casa, felici di vivere qui. Spesso, chi viene da fuori, riesce a guardarsi intorno, più di quanto facciamo noi, che ci viviamo, da sempre, in questo posto e che, presi dalla quotidianità e negatività, siamo portati a guardare, sempre, la parte critica e a non essere, abbastanza contenti. Invece, un’alba o un tramonto, vissuta con gli occhi dello straniero, della persona che viene da fuori, incantata dal paesaggio e dall’aria che si respira, magari al di fuori del centro urbano, suscita apprezzamento e condivisione,  all’interno di blog e di profili social in cui viene, da costoro, raccontata la nuova vita a San Martino in Pensilis, per varcare i confini nazionali ed invitare i propri connazionali a fare altrettanto” – ci ha spiegato Giovanni Di Matteo (classe 1966), riconfermato nel giugno dello scorso anno, per un secondo mandato, alla guida dell’Amministrazione Comunale della città.

Laureato in Economia alla Luiss Guido Carli ed attuale Coordinatore regionale delle Associazioni Nazionali dell’Olio e del Vino, Giovanni Di Matteo è, altresì imprenditore attivo nel settore agroalimentare, a capo della O.P., un antico oleificio cooperativo di San Martino in Pensilis, che rappresenta forse una delle più antiche cooperative del Molise (costituita nel 1967) e Vice Presidente della Cantina Cliternia (Viticoltori del Molise dal 1972).

Al Sindaco Giovanni Di Matteo abbiamo chiesto come riescono a convivere, nel suo impegno sociale, la forma mentis dell’imprenditore ed il ruolo del politico.

“La mia esperienza imprenditoriale e politica è di lunga data, avendo vissuto, fin da ragazzino, l’esperienza lavorativa a contatto con la produzione vitivinicola dell’azienda agricola di mio padre, impegnata sia nell’ambito della coltivazione della vite che dell’olivo. L’azienda paterna, di media dimensione, è successivamente cresciuta, anche grazie al mio apporto.  Ed anche la mia esperienza politica, in Comune, è di lungo corso, essendo nata, diversi anni fa, fra i banchi dell’opposizione. La cultura d’impresa insegna il problem solving, la concretezza, la capacità di programmazione, la focalizzazione sugli obiettivi e la capacità di raccontarsi la verità, sia sugli obiettivi raggiunti che su quelli vanificati. Ogni persona chiamata ad occuparsi del bene comune, porta con sé le proprie esperienze di vita e quelle culturali. Nonché le relazioni e le conoscenze maturate durante l’esperienza amministrativa. Da noi non c’è una struttura che scherma il rapporto fra l’amministratore e i cittadini, ma i rapporti sono diretti. Ed il mondo che prima di affrontare l’esperienza politica, osservavi da lontano e dall’esterno, una volta iniziata l’attività di rappresentanza politica, lo vivi sempre più da vicino. Nei dettagli. Fino a conoscere meglio la vita delle persone. E nell’attività politica, si amplia il concetto di umanità capace di entrare in empatìa con le persone  che non sempre è contenuto nell’impresa”. 

Quali sono stati i risultati raggiunti rispetto agli obiettivi prefissati, prima di entrare in politica. Quali sono stati i progetti passati e quelli in corso?

“In politica, non sempre riesci ad ottenere ciò che avresti voluto. Si cerca di fare quello che riesci a fare. I sogni e i progetti ideali, spesso, hanno un impatto difficile e si infrangono con le pastoie della politica. Durante il mio percorso, dal momento dell’elezione, le difficoltà inaspettate sono state tante. Nello specifico, l’assetto organizzativo, originario, della struttura comunale si è completamente sciolto, perché, per esempio, tra il 2020 e il 2022. gran parte dei dipendenti sono andati in pensione. C’è stata una fase di azzeramento quasi totale della struttura originaria, che, solo in parte, è stata rimpiazzata dalle personalità e professionalità che erano già all’interno- Abbiamo dovuto fare i conti con l’esperienza del Covid: un evento storico sensazionale nell’epoca moderna, mai accaduto prima, che ha messo a dura prova gli amministratori, portandoli a svolgere un ruolo non previsto e prevedibile. Nei nostri Comuni esistono un’amministrazione ordinaria ed una straordinaria. Quella ordinaria è fatta di osservanza dei conti da tenere in regola e di servizi che devono essere sempre più efficienti. Dal 2021 al 2023, abbiamo, prioritariamente, affrontato una procedura di equilibrio, che ci ha portato ad un percorso di risanamento economico e finanziario, che rappresentato la base ed il presupposto necessario per garantire i servizi alla collettività. Ci sono stati dunque, progetti, come la digitalizzazione dei servizi ai cittadini, che è un processo di innovazione ancora in corso e numerosi progetti contemplati dal PNRR , che però, ha deluso le aspettative. Pensavamo che  potesse rappresentare una panacea per tutti i mali ed un volano di crescita, ma non c’è stato un riscontro rispetto ai 200 miliardi di spesa per l’Italia. I riscontri non sono conformi alle aspettative ed alle concrete esigenze del territorio. il PNRR è una pianificazione che viene fatta centralmente e che non è ritagliata, nella fase applicativa, alle concrete esigenze del territorio”.

Tra i progetti, ci sono stati quelli che hanno previsto innovazioni nell’ambito della scuola?  

“Si. Un nostro progetto ha riguardato gli asili nido. Che hanno un riscontro meno didattico e più sociale e che non possono contare, attualmente, su una struttura  idonea, tale da poter soddisfare, in pieno, adeguatamente, le esigenze di fruizione da parte delle famiglie. Nel 2026 cresceremo nella capacità di accoglienza dei bambini da 0 a 6 mesi e da 6 mesi a 3 anni, prevedendo la realizzazione di una mensa, ovvero di una struttura importante,  perché stiamo pianificando la possibilità che l’istruzione si avvalga del tempo prolungato, perché i ragazzi possano avere una didattica più completa, che possa mettere tutti sullo stesso piano e offrire le stesse possibilità di essere guidati”.

San Martino in Pensilis rappresenta il territorio maggiormente esteso ed il paese più agricolo del Molise. E’ questa la sua ricchezza?

“Il territorio di San Martino in Pensilis è, storicamente, un territorio agricolo ed è una ricchezza importante, grazie ai suoi 100 km. quadrati. Almeno 2/3 dei territori sono coltivabili. C’è un programma di irrigazione che arriverà a conclusione il prossimo anno. Le coltivazioni prevalenti sono quelle dell’ulivo, della vite, del frumento, del grano: su queste si è poggiata la storia della comunità. Abbiamo una organizzazione di produzione e qualche cantina vitivinicola privata. Facciamo parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio da oltre 10 anni e da due anni dell’Associazione Città del Vino. Entrambe le Associazioni sono importanti per la diffusione cultura del paesaggio viticolo, per la diffusione e per la difesa e tutela del paesaggio delle città dell’Olio e per la formazione della cultura in cui si affermi il valore del paesaggio e la ricchezza dell’olivicoltura in tutte le sue declinazioni, compresa l’ospitalità. Negli ultimi anni ci siamo spesi molto, nella tutela del territorio, per arginare lo scempio compiuto dall’invasione della produzione di energie rinnovabili ( impianti fotovoltaici e impianti eolici)”.

Cosa fa il Comune per valorizzare l’attrattività turistica del territorio?

“Il Comune promuove eventi, durante l’anno, che mettono al centro dell’attenzione il paesaggio vitivinicolo: come, ad esempio, “Comunità dell’Olio” che si svolge a maggio e “La camminata fra gli ulivi”, che si svolge a Ottobre. Recentemente, abbiamo accolto le giornate culturali del Fai in cui si sono aperte le porte del Comune, della Chiesa Madre, Convento Gesù e Maria e della Società Operaia. Vantiamo, inoltre, la presenza di ristoranti di primo ordine che sono frequentatissimi grazie alla bravura degli imprenditori che li gestiscono. E poi c’è la Sagra dell’8 Agosto della “pampanella”, che è una risorsa della tradizione alimentare locale, che viene prodotta ancora a livello artigianale. Manca uno scatto, un impulso che possa farla diventare un volano di crescita imprenditoriale capace di superare i confini regionali. Ma questo dovrebbe essere un compito degli imprenditori”.

Quanta attenzione riserva il Comune di San Martino in Pensilis alle giovani generazioni ed agli anziani?

“Abbiamo Associazioni locali particolarmente attive nell’erogazione dei servizi organizzati per i bisogni latenti ed emergenti di una popolazione che oggi registra quasi 4.500 abitanti e 30 nascite all’anno, attraverso la scelta di prevedere il tempo prolungato per asili nido e scuole dell’Infanzia. E che persegue la promozione di infrastrutture che possano intercettare l’invecchiamento della popolazione e i bisogni sempre più preponderanti degli anziani”.

Quanto dista il primo presidio ospedaliero per chi si ammala a San Martino in Pensilis?

“La Sanità non funzionerà mai come vorremmo ma, dal punto di vista dell’emergenza, l’Ospedale di Termoli non è tanto distante da qui. Abbiamo forti carenze sulle alte specializzazioni e  non tutti possono rivolgersi fuori regione e accedere a cure e prestazioni di qualità. La casistica non depone a nostro favore. Ma una buona organizzazione sanitaria dovrebbe mettere tutti i cittadini in condizione di ricevere le stesse cure. L’ importante, sul territorio, è garantire le emergenze. Per le cure complesse è importante essere accanto ai cittadini, supportandoli ed orientandoli verso ospedali che abbiano alta specializzazione ed alta probabilità di risolvere, al meglio, i problemi di salute”.

Quale è la ricetta per rimuovere il problema dello spopolamento giovanile, secondo il Sindaco Di Matteo?

“Il problema dello spopolamento giovanile non è soltanto molisano ma è un fenomeno italiano, nazionale. Noi molisani ci ritroviamo all’interno di questa tendenza generale, perché gran parte dei giovani si trasferiscono all’estero. Il problema non è chi va via, ma chi non viene. Ogni ragazzo ha il diritto di soddisfare il proprio percorso di studi e professionale ed è giusto che il mondo sia aperto a tutti. Il problema è quello di non essere, abbastanza, terra di opportunità, in grado di attrarre giovani”.

Quali sono le imprese e le realtà produttive emergenti di San Martino in Pensilis e le future possibilità di sviluppo?

“ll tessuto produttivo di San Martino in Pensilis è oggi, prevalentemente, costituito da piccole imprese artigianali ed agricole.  E ci vorrebbero scuole di formazione per far crescere tutto il settore”.

Di quali infrastrutture ha bisogno San Martino in Pensilis?

“San Martino in Pensilis ha bisogno di infrastrutture viarie e di connessioni. Abbiamo visto come, in altri territori, originariamente poco sviluppati, le vie di comunicazione e collegamento agli aeroporti si siano rivelate un fondamentale volano di sviluppo economico. Per esempio, parliamo per decenni di ponti, che altrove, hanno rappresentato delle rivoluzioni epocali per i territori, mentre, da noi, spendiamo molto più tempo a parlarne, che a realizzarli. E non si può più tollerare che, a differenza dello sviluppo infrastrutturale fatto registrare da altri territori, un molisano e chi è andato via dal Molise, negli anni ’70, nel secolo scorso, ritrovi, rientrando, oggi, nella sua terra, ancora le stesse strade e ferrovie dell’epoca”. 

Un parere sul conflitto israelo-palestinese e sulla fase del “cessate il fuoco” mediata da Donald Trump.

“C’è l’aspetto storico, atavico, costituito dalla presenza storica di due popoli sulla terra e la difficoltà, che oggi non si può più eludere, nella creazione di uno Stato Palestinese, caratterizzata da un percorso storicamente accidentato e che è stato portato alla luce,  agli occhi della comunità internazionale, sperando che porti, oggi, all’elezione di due popoli e due Stati. Quest’estate, siamo stati impegnati, attraverso l’opera di sensibilizzazione di alcune Associazioni, a manifestare la nostra vicinanza nei confronti della popolazione palestinese di Gaza. Tutto è stato scatenato dall’eccidio di Hamas e se non si è trattato di un vero e proprio genocidio, sicuramente, la reazione israeliana è stata spropositata e ha fatto male agli stessi israeliani ed agli occhi del mondo, di chiunque abbia sensibilità e umanità”. 

Quale dovrebbe essere il ruolo dell’Unione Europea, in relazione al conflitto russo-ucraino?

“Da Europei non possiamo esimerci dal soccorrere, nel rispetto dei valori e principi fondanti dell’Unione Europea. In occasione del conflitto russo-ucraino, sono emerse tutte le debolezze politiche, strategiche, strutturali dell’Europa. Ma, aver preso coscienza delle debolezze è stato utile perché è rinata la voglia di sentirsi europei e la consapevolezza dell’importanza di sentirsi europei, sempreché Europa significhi difesa della libertà, della libertà di pensiero, della libertà economica, della libertà di autodeterminazione dei popoli. Purtroppo le armi sono necessarie alla difesa di questi valori e principi, e servono, soltanto, per la difesa, non per l’aggressione”.

Quale San Martino sogna ed  immagina per il futuro, il Sindaco Giovanni Di Matteo? 

“Non si può parlare di futuro di San Martino, senza spendere una riflessione sulla Carrese…il futuro della Carrese è legato al futuro della comunità. Non il contrario. L’Amministrazione Comunale si è spesa e si spenderà, sempre, anche nel futuro, per l’evoluzione di questa manifestazione, dal punto di vista della direzione della sicurezza dei partecipanti, del pubblico e del benessere degli animali: tre cardini imprescindibili da tutelare, per il successo futuro di questa manifestazione. Se vogliamo che abbia un futuro importante, che  possa rappresentare appieno la nostra tradizione e la nostra cultura”.

Ce l’avete, davvero, nel sangue e nell’anima, il senso dell’appartenenza legato alla Carrese!

“Si. E a volte il senso dell’appartenenza travalica il senso di comunità, per quanto sia radicato e profondo. Per molti cittadini sammartinesi, appartenere a un carro, in alcuni casi, sembra più importante che appartenere alla comunità. Accezione che non sempre è un valore. Anche perché, qui, il Carro è uno solo: ed è… San Martino!”.

Davide Marroni

Torna in alto