Un romanzo per il presente che racconta una quotidianità spezzata. L’autrice: una vita tra musica, cultura e memoria

Nel romanzo “Quel venerdì di settembre dal sole slavato e stanco” Andreina Di Girolamo compie un atto di profonda restituzione storica e umana, riportando alla luce il tragico bombardamento che colpì la città di Isernia il 10 settembre 1943. Pubblicato da Scripta Manent e presentato, la prima volta, in occasione dell’81° anniversario dell’evento, lo scorso settembre, proprio ad Isernia (prima edizione Dieci Lune), il libro, presentato questa volta a Campobasso, si distingue per la sua capacità di trasformare la cronaca bellica in narrazione empatica, dando voce alle vittime civili e restituendo loro un’anima e una profonda dignità attraverso la letteratura.
Il libro non è una semplice ricostruzione storica di quel lontano settembre 1943, ma un romanzo di formazione che si muove tra le pieghe della vita quotidiana di Isernia prima che la pioggia di bombe alleate stravolga la città molisana e la sua popolazione. Andreina Di Girolamo ci guida tra case, vicoli, piazze e botteghe, dove si intrecciano le voci dei bambini, le chiacchiere degli adulti, i gesti semplici di una comunità ignara del destino imminente. Il sole “slavato e stanco” diventa metafora di un giorno che si apre con la speranza, dopo l’armistizio, e si chiude con morte e distruzione.
Attraverso una narrazione che alterna geografia urbana e geografia del cuore, l’autrice immagina le vite delle vittime, partendo dai nomi e dalle età riportati nei documenti del Tribunale di Isernia, nei documenti forniti da amici storici e anche da libri e tesi di dottorato che hanno narrato quei terribili avvenimenti. Il risultato è un mosaico di vite vissute e di storie che restituiscono umanità a chi la guerra ha trasformato in numeri.
Andreina Di Girolamo è molto più di una scrittrice: è una concertista, docente di clavicembalo, ricercatrice e instancabile promotrice culturale. Diplomata in Pianoforte e Clavicembalo con il massimo dei voti, si è perfezionata presso l’Accademia Chigiana di Siena e il Mozarteum di Salisburgo. Ha insegnato nei Conservatori di Benevento e Campobasso, e ha tenuto seminari e masterclass in Italia e all’estero. Ha ideato e diretto numerosi eventi musicali e rassegne, tra cui “Birra e Bach”, “ImprovviSAX” e il “Festival Musica Italiana” dedicato alla riscoperta dei luoghi storici del Molise. La sua produzione artistica include concerti monografici su Scarlatti, Couperin, Byrd, Bach e Haydn, oltre a incisioni discografiche e pubblicazioni musicologiche.
La sua vocazione narrativa nasce dall’empatia: nei suoi romanzi precedenti, “Melodia Op. 1” su Franco Paolantonio e “Una bolla di tempo perfetto” su Elena Ciamarra, ha cercato di dare voce a figure storiche dimenticate, ricostruendone pensieri e sentimenti attraverso la scrittura. Lo stesso impulso anima “Quel venerdì di settembre”, dove la scrittura diventa un atto di cordoglio e memoria.
In un’epoca in cui la guerra torna a essere tema attuale, il libro di Andreina Di Girolamo ci ricorda che dietro ogni conflitto ci sono vite interrotte, sogni spezzati, pranzi e giochi mai finiti. La sua narrazione ci invita a guardare oltre la storia ufficiale, a riconoscere il valore della memoria civile e a coltivare l’empatia come strumento di resistenza. L’autrice, nella sala Alphaville di Campobasso, ha raccontato, accompagnata da Antonella Presutti, Presidente di Fondazione Molise Cultura, l’amore attraverso il quale ha ridato vita alle vittime civili di Isernia.
Un’opera che non solo commemora, ma interroga. E che, nel suo silenzioso dolore, ci lascia con una domanda: cosa resta di un giorno qualunque, quando il cielo si fece portatore di morte?





















