Non è solo musica: è un’esperienza collettiva, quasi rituale tra energia travolgente e connessione con il pubblico

Capracotta si prepara a vivere una giornata memorabile: domani, 14 agosto 2025, il palco dell’Arsura Festival accoglierà Manu Chao, icona mondiale della musica alternativa e voce libera del mondo. L’evento, già sold out da tempo, rappresenta il momento clou del festival molisano, che si svolge dal 13 al 16 agosto nella nuova location di Fossato, suggestiva area verde all’ingresso del borgo, scelta per garantire un accesso più comodo e rispettoso dell’ambiente.
Originariamente previsto a Prato Gentile, il concerto è stato spostato a Fossato in seguito alle richieste di alcune associazioni ambientaliste, preoccupate per l’impatto sull’area protetta “Abeti Soprani – Monte Campo – Monte Castelbarone – Sorgenti del Verde”. La nuova sede, immersa nel verde e con vista mozzafiato, promette di mantenere intatta la magia dell’Arsura Festival, offrendo a tutto il pubblico un’esperienza unica, più fluida e accessibile.
Il programma del 14 agosto prevede, alle ore 17, l’apertura con Riserva Moac, band molisana nota per il suo mix di folk, elettronica e world music. Verso le 18 Manu Chao salirà sul palco con la sua energia travolgente, portando in scena i suoi grandi classici come Clandestino, Me Gustas Tú, Desaparecido, oltre a brani più recenti come A me mi piace, realizzato, questa estate, con Alfa. Capracotta è pronta a vibrare al ritmo di Manu Chao. Un evento che unisce musica, rispetto per la natura e voglia di stare insieme. L’atmosfera dei concerti di Manu Chao è pura energia, è libertà, è condivisione.
L’Arsura Festival, diretto artisticamente da PS Live Group e sostenuto dalla Regione Molise e dal Comune di Capracotta, è molto più di una rassegna musicale. Ogni giorno, oltre ai concerti pomeridiani, sono previste altre attività tra cui Dj set mattutini, mercatini artigianali, aree ristoro con prodotti locali, attività culturali e laboratori aperte a tutti.
Il nome “Arsura” del festival 2025 richiama una sete profonda di emozioni, bellezza e cultura che il festival vuole dissetare. Tra gli altri appuntamenti il 13 agosto Accasaccio, il 15 agosto Carro Bestiame, il 16 agosto Dylan Harcourt, Après La Classe e Luigi Farinaccio. Con l’eccezione del concerto di Manu Chao, tutti gli eventi sono gratuiti.
I concerti di Manu Chao sono una scarica continua di adrenalina. Spesso durano oltre due ore, senza pause, come un lungo bis che non finisce mai. La band suona con una gioia contagiosa, alternando reggae, ska rock, folk, punk e ritmi latini in un flusso inarrestabile. Le sue canzoni parlano di migrazione, resistenza, amore e giustizia sociale. Il pubblico canta in coro, anche in lingue diverse, perché il messaggio è chiaro e condiviso. Non mancano momenti di riflessione, ma sempre con il sorriso e la voglia di ballare.
Manu Chao mantiene uno stile semplice e diretto: niente scenografie elaborate, solo lui, la band e la musica. L’atmosfera è quella di una festa di quartiere, dove ci si sente parte di una comunità. Dai fan più giovani a quelli che lo seguono dai tempi dei Mano Negra, tutti si sentono coinvolti. Un concerto di Manu Chao è come un viaggio senza confini, dove si balla, si canta e si sogna insieme.
I concerti di Manu Chao sono un mondo a parte. Non si tratta solo di ascoltare musica, ma di entrare in una dimensione collettiva dove ritmo, messaggio e spontaneità si fondono in un’esperienza unica.
Manu Chao non segue una scaletta rigida. Ogni concerto è diverso, costruito sull’energia del momento e sull’interazione con il pubblico. Le canzoni si susseguono come un flusso continuo, spesso con medley improvvisati e versioni alternative. I suoi brani mescolano spagnolo, francese, inglese, italiano, portoghese e persino arabo. Questo crea un senso di inclusività globale che pochi artisti riescono a trasmettere. I suoi concerti sembrano più una festa di strada che uno show da stadio. Non ci sono effetti speciali o scenografie elaborate: solo musica e condivisione. Un concerto di Manu Chao non è uno spettacolo da guardare ma un’esperienza da vivere. È come entrare in una piazza dove la musica diventa linguaggio universale e la gente si ritrova per ballare, pensare e sentirsi parte di qualcosa di più grande.















