Gli eventi nel corso della Festa della Repubblica del 2 giugno

La Festa della Repubblica del 2 giugno si è rivelata una magnifica opportunità affinché Campobasso aprisse al pubblico le porte delle sedi delle sue istituzioni come quella del Palazzo del Governo, della Banca d’Italia, di Palazzo “San Giorgio” e del Convitto Nazionale “Mario Pagano” grazie ad un progetto di divulgazione culturale e turistica che è il frutto di una collaborazione nata fra le stesse istituzioni ed il Conservatorio “L. Perosi”, nell’ambito di un tavolo tecnico convocato dalla Prefettura di Campobasso.
Dopo la cerimonia delle onorificenze, svoltasi nella mattinata del 2 giugno e un incontro riservato alle Autorità, svoltosi nel pomeriggio, nella Sala d’Onore del Palazzo del Governo, si sono susseguite alcune visite guidate, intervallate dalle performance musicali degli allievi del Conservatorio “L. Perosi” all’interno del Salone pubblico arredato in stile Liberty del palazzo della Banca d’Italia, inaugurato nel 1925, caratterizzato dalla presenza di colorate vetrate a mosaico, abbellite da sette tele che descrivono la storia del Molise e che sono opere degli storici artisti molisani Nicola Biondi (con i dipinti riguardanti l’ingresso a Campobasso, di Ferrante I Gonzaga con la moglie Isabella di Capua; il Pontefice Alessandro III a Termoli); Arnaldo De Lisio (autore dei dipinti raffiguranti il pontefice Celestino V a Isernia; il riscatto di Campobasso dal dominio feudale e quello raffigurante Amedeo VI d’Aosta, detto “Il Conte Verde”); Francesco Paolo Diodati (autore dei dipinti dedicati alla visita di Re Vittorio Emanuele, a Venafro, avvenuta nel 1860 e di quello raffigurante la “Pace” fra Crociati e Trinitari, avvenuta nel 1587, in seguito alla predica del frate cappuccino Girolamo da Sorbo).
Nei giardini esterni del Convitto Nazionale “Mario Pagano”, alla presenza del Rettore, la professoressa Rossella Gianfagna si sono esibiti gli allievi del Conservatorio “L. Perosi”: Michael Loffreda, corno; Alisia Compagiorni, violino; Miriam Baranello, violino e Nicoletta Toccariello, violino, diretti dalla professoressa Eleonora Turtur, nell’ambito della formazione musicale “New Ensemble Perosi”. Accanto a loro, il professore Nicola Prozzo, botanico e consulente dell’Unimol, ha descritto la storica presenza del giardino del Convitto Nazionale “Mario Pagano”, in corrispondenza di un braccio tratturale che, fino agli anni ’50 nel secolo scorso, conosceva il passaggio di pecore e mucche, dirette verso il Matese e che, oggi, rappresenta la testimonianza di alberi provenienti da tutti i continenti, come un’antichissima sequoia, originaria della California, dalle radici fittonanti, particolarmente profonde e il cui legno rosso è stato, in parte, trasformato in statue, oggi, presenti nel porticato del Comune di Campobasso; un ginkgo biloba proveniente dall’estremo Oriente e le cui origini risalgono all’era dei dinosauri (230 milioni di anni fa), spesso utilizzato per migliorare funzioni come la memoria, con elevate caratteristiche di resistenza alla siccità e al freddo, e un Cedro del Libano, riconoscibile dalla forma a “terrazzo” nella parte più alta, con caratteristiche di particolare espansione nella superficie su cui insiste, albero in grado di produrre l’ormone dell’auxina, spesso nominato nella Bibbia e con il quale venne realizzato il Tempio di Salomone.
L’archeologa Patrizia Curci ha accompagnato i gruppi di cittadini, nella visita prevista agli interni del Palazzo del Governo di Campobasso, sede dell’attuale Prefettura, istituita nel 1861 (appena dopo l’Unità d’Italia) e che, agli inizi del XVIII secolo, nel borgo murattiano, settecentesco, era un Monastero delle Suore Carmelitane, poi divenuto un luogo di pena dal 1810 al 1862. La struttura del Palazzo fu definitivamente ultimata nel 1884 e per la graduale costruzione di più livelli, comprensiva degli arredi, furono, all’epoca, spesi circa 70 milioni degli attuali euro. Sono stati quindi mostrati i vari ambienti come quelli pubblici, dove, nella circostanza, si sono esibiti il soprano Beatrice Nicodemo con il pianista Massimo Altieri, allievi del Conservatorio “L.Perosi”, consentendo l’accesso al pubblico presente, nell’ufficio del Presidente della Repubblica, nella camera da letto dove soggiornò il compianto Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi con la moglie Franca Pilla, oriunda molisana di Santa Croce di Magliano e negli ambienti impreziositi dalle decorazioni e i dipinti di famosi artisti come l’Odalisca di Amedeo Trivisonno e la Sala d’Onore, dedicata alla consegna delle onorificenze, caratterizzata da una ricca serie di pitture con decorazioni simboliche sulle pareti, evocative dello stemma Sabaudo, delle Torri di Campobasso, dello Stemma di Roma, dello Stemma con le sottoprefetture di Isernia e Larino.
La giornalista Carla Ferrante ha guidato i cittadini e turisti interessati alla visita del Municipio di Campobasso, ricordando le figure dei padri fondatori illuministi Gabriele Pepe e Vincenzo Cuoco venuti a trovare rifugio a Campobasso, divenuto capoluogo della Provincia di Molise, nel 1806, facendo alcuni cenni storici sulla città giardino progettata dall’urbanista Bernardino Musenga, quella del borgo murattiano, chiamato così per l’autorizzazione concessa nel 1815, da Gioacchino Murat, al quale, tra l’altro, fu originariamente intitolata l’attuale piazza Municipio, e che qui individuava un ulteriore centro, esterno rispetto a quello originario, costituito dal centro storico, a seguito della ricostruzione avvenuta dopo il terremoto del 1805. La Casa dei cittadini di fronte alla piazza, dove c’era un Convento dei Celestini, seguaci del Pontefice Celestino V, fu un’idea di Bernardino Musenga. Qui, accanto al convento, c’era una chiesetta con la statua della Madonna della Libera, che rimase, miracolosamente integra, con la parete alla quale era appoggiata, nella circostanza del terremoto e che rimarrà preservata, in fase di ricostruzione. La giornalista Carla Ferrante ha, quindi, accompagnato, i visitatori nella conoscenza delle varie opere artistiche, come sculture presenti nell’atrio del Municipio, che riproducono gli stemmi della famiglia Monforte, delle torri e alcuni disegni evocativi della collina Montebello dove si erge il Castello Monforte, fino a condurli nella Sala Consiliare, nell’Ufficio del Sindaco e nella Sala della Giunta, dopo aver ascoltato una performance musicale del giovane clarinettista Antonio Di Nicoli, allievo del Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso.
Davide Marroni



































