Indagini storiche: il termine “Molise” non si riferirebbe alla famiglia normanna De Moulins

L’esperto di topografia antica Michele Carroccia: “Per la prima volta l’attribuzione all’anno 977 d.C. del termine ‘Comitatu Molisie'”

Il coronimo “Molise” nasce nel 1142 e non è vero che sia da associare ai De Moulins, i primi signori normanni della Contea di Molise. Ce lo spiega lo storico Michele Carroccia (classe 1948), esperto di topografia antica, originario di Ferrazzano (Cb), nel volume “Le epigrafi della Valle di Comino” presentato insieme alle relazioni di altri 8 studiosi, ad Atina, lo scorso 25 maggio, nel Palazzo Ducale “Cantelmo”, in occasione della ventesima edizione di questo Convegno, promosso dall’Associazione “Genesi” aps di San Donato Val di Comino ( Fr), nata dall’incontro del Presidente Domenico Cedrone, appassionato studioso delle innumerevoli epigrafi funerarie di epoca romana, rinvenute nella Valle Del Comino, con gli illustri storici finlandesi Heikki Solin e Mika Kajava.  

Anche quest’anno, Michele Carroccia, in rappresentanza del Molise, ha partecipato, fra i 9 relatori, illustrando la sua riflessione, suffragata dagli studi scientifici, sull’origine del “coronimo Molise”, per mettere in dubbio l’ipotesi avanzata dagli storici Ciarlanti e da Cluverio, che, grazie all’evidente assonanza linguistica, associano la denominazione “Molise” alla presenza dei Conti normanni francesi “de Moulins”. Carroccia lo dimostra, con una rassegna di indagini compiute attraverso la lettura di documenti storici, mettendo in discussione il manoscritto apocrifo di Pietro Diacono, un monaco di Montecassino, nel quale comparirebbe, per la prima volta, l’attribuzione all’anno 977 d.C. del termine “Comitatu Molisie”, coniato all’interno di una conferma di donazione relativa al monastero benedettino di S. Eustasil de Arc in Comitatu Molisie di Pietrabbondante, elargita dal conte Oderisio Borrello. 

Nel 1053, dopo la famosa battaglia di San Paolo Da Civitate, i vincitori normanni, gli Altavilla, presero il dominio corrispondente ad un territorio che coincideva con il vecchio Gastaldato di Bojano che, progressivamente, crebbe raggiungendo la massima estensione nel 1142, quando Ruggero II di Altavilla istituì la Contea dei De Moulins, affidandola ad Ugo II, un tempo suo oppositore, dopo aver sottomesso la famiglia dei potenti Borrello di Pietrabbondante. Prima di quella data, ovvero, prima del 1142, come sostenne lo storico Errico  Cuozzo, le fonti non attestano mai la presenza della Contea di Molise.

Ancora, tra il 1097-98, in una donazione a Sant’Angelo in Formis, in una miniatura illustrata, il conte normanno Ugo I o Ugonis viene descritto nella veste di “Conte del Castello Molise”, così certificando l’esistenza del “coronimo Molise”, disgiunto dal cognome del suo possessore. Il conte normanno aveva la sua sede principale nell’imponente Castello di Bojano e costui si sarebbe dovuto fregiare del titolo di “Conte di Bojano”, oppure di “Conte del Molise” e non, evidentemente, come “Conte del suo castello”. Prima di lui, il conte di Bojano, che lo precedette, si definì “Rudulfus comes Dei gratia cognome de Molinis patriae Boianensis” dimostrando, senza alcun dubbio, che, in quegli anni, il loro cognome era assolutamente separato dal toponimo “Molise”, la cui sopravvivenza è certificata anche nella denominazione del maniero di Ugo I: il “Castello Molise”, oggi Molise (Is), che era uno dei feudi del Comitatu Buianiensis dei De Moulins, forse ricevuto da Riccardo, conte di Capua ed espropriato ai Borrello – scrive Carroccia – che, in quegli anni, possedevano le terre di Civitanova, Bagnoli e Frosolone.  

Anche le altre regioni italiane non hanno denominazioni toponomastiche che fanno riferimento a famiglie. Carroccia ricorda, ad esempio, l’origine del confinante Aprutio medioevale (l’attuale Abruzzo) che, originariamente, indicava soltanto l’area del Contado di Teramo (Aprutium Citra e Ultra), la “terra dei Praetuttii) che non fa riferimento ad un casato. Cosi come l’origine del toponimo Samnium era, ad esempio, riferita solo all’abbazia e alla città di Benevento. E, per esempio, l’origine del “coronimo Marche”, attestata alla fine del X sec d.C., regione anticamente caratterizzata da etnie e casati storici importanti, ha un toponimo associato a “luogo di confine”. 

L’analisi di Michele Carroccia è, soltanto, finalizzata ad alimentare il dibattito sulle ipotesi o certezze a cui si è pervenuti, senza ipotizzare anche la possibile esistenza di altri documenti non ancora studiati, mentre si chiede che là dove non erano riuscite le grandi signorie italiane, ma solo i popoli, a trasferire i loro nomi alle regioni, come sia possibile che lo abbia potuto fare la famiglia normanna dei De Moulins, in 24 anni (1142-1166), attraverso il dominio e la gestione, che aveva, di una parte limitata del territorio regionale e per conto degli Altavilla.

A loro volta, gli Altavilla prendono il nome da un piccolo abitato Hautville – la Guichard, sempre in Normandia e nonostante la loro grande espansione, come scrive Carroccia nella pubblicazione “Le epigrafi della Valle di Comino” (F & C Edizioni), non diedero nome ad alcun territorio regionale italiano. Risulta perciò, oltremodo singolare immaginare che ciò sia stato possibile ai sottoposti “De Moulins” (per analogia, anche il vicino Abruzzo “Aprutium”, riferibile al solo ceppo teramano dei Pretuttii, sembra incorporare le altre contee, soltanto dopo la caduta dei normanni).

Per lo studioso di topografia antica, Michele Carroccia, l’ipotesi più valida sull’origine del termine “Molise” rimane quella formulata da Francesco D’Ovidio, che la fa derivare da mola (macina – mulino) e, dunque, associata all’abbondanza di risorse idriche e alla cospicua produzione di olio e frumenti del Molise. 

Davide Marroni

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