Opere missionarie in Togo: l’Associazione “Arturo Giovannitti” di Oratino premia il neonatologo Franco Feleppa, Presidente di AVITA Onlus

Ricordando quell’amore che produce vita dell’ostetrica molisana, missionaria in Camerun, Pia Rosa Fatica

Quest’anno il Premio “Pia Rosa Fatica”, promosso dall’Associazione “Arturo Giovannitti” di Oratino e giunto alla terza edizione, è andato al pediatra e neonatologo Franco Feleppa, dirigente medico dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina di Roma e presidente dell’Associazione AVITA Onlus (Associazione Volontari Isola Tiberina per l’Africa): prima organizzazione umanitaria italiana ad essere riconosciuta in Togo (Africa Occidentale), presentata, nella circostanza del Premio, da Roberta Tromba, pediatra presso il Policlinico “Umberto I” di Roma, che ha pronunciato la laudatio del vincitore del riconoscimento, Franco Feleppa, ricordando, altresì, l’importante ruolo svolto a 360°, in quel Paese africano, dall’Onlus Avita, che dal 2003, opera in ambito sanitario, sociale, dell’istruzione, nell’Ospedale di Afagnan e presso il Centre de Secours Medical “Dr. Fernando Giardinetti”, grazie ad un’equipe di medici che si occupano di assistenza medica, con cure ed interventi chirurgici che vanno dall’urologia, all’ortopedia pediatrica, alla diagnosi e cura delle malattie infettive, come la malaria. Avita Onlus è lì presente, anche attraverso la somministrazione dei vaccini, la formazione di infermieri e paramedici sulla terapia del dolore, il trasporto e la dotazione di materiale sanitario, come, per esempio, i manichini occorrenti alle simulazione delle emergenze ostetriche, il sostegno della scolarizzazione dei bambini, la costruzione di villaggi e di relativi servizi igienici. La digitalizzazione. L’assistenza di figli di genitori morti di Aids ed il sostegno alla nascita di orfanotrofi.  

“Sono abituato a dire ciò che sento e ci sono eventi che, a volte, hanno qualcosa di miracoloso” – ha dichiarato il pediatra missionario Franco Feleppa, nel ricevere il Premio – “non conoscevo la vostra concittadina Pia Rosa Fatica, ma mi sono documentato, e ho riscontrato di aver conosciuto le sue stesse sensazioni. E’ l’amore il fil rouge, capace di spingere moltissime cose” – ha proseguito – “quando arrivai in Africa, 25 anni fa, trovai una realtà sociale caratterizzata dall’indigenza completa e da un tasso di mortalità perinatale al 13% all’interno dell’ospedale. Mi trovavo impotente e mi chiesi cosa potevo fare per poter incidere sul cambiamento di quella drammatica realtà. Ispirai, allora, la mia azione quotidiana alle tre cose che ritenevo necessarie per salvare la popolazione: la scolarizzazione, l’alimentazione e la salute. Dopo alcuni anni il tasso di mortalità scese al 2%, all’interno dell’ospedale missionario Saint Jean de Dieu ad Afagnan. Qui i neonati avrebbero potuto sopravvivere, ma allo stesso tempo, mi chiedevo se fosse abbastanza, se la missione fosse finita: e, invece, mancavano le scuole e fuori di lì i bambini avrebbero conosciuto la fame, la non assistenza, la non istruzione..”. 

Ed ecco che fuori dell’ospedale, nascono due scuole in due villaggi diversi, con 400 bambini, realizzate con fondi minimi; perché il dottor Feleppa comincia a promuovere un programma di scolarizzazione, grazie alle donazioni dei suoi pazienti (con cinquanta euro all’anno, avrebbe consentito a quei bambini di poter affrontare la scuola, tutto l’anno): un progetto semplice che ha consentito di scolarizzare, in 15 anni, circa 3.000 bambini, molti dei quali sono oggi laureati e professionalmente affermati, in America e in numerose parti del mondo. 

La cerimonia di premiazione, avvenuta a Oratino, in Piazza Chiesa, è stata introdotta da Luca Fatica, Presidente dell’Associazione “Arturo Giovannitti” che, all’incontro, aveva invitato anche il sacerdote Don Massimo Biancalani, l’ex Parroco di Vicofaro (Pt), recentemente, rimosso dall’incarico, dopo otto anni di battaglie, perché colpevole di aver ospitato centinaia di migranti nella sua parrocchia pistoiese.

Oratino onora nella circostanza, la memoria della sua concittadina, l’ostetrica missionaria Pia Rosa Fatica (Oratino, 1929. Fontem, Camerun, 2015), anche grazie al contributo delle biografe Barbara Bertolini e Rita Frattolillo che, nel loro più recente libro: “Molise al femminile. Biografie e Storia” (Editrice Lampo), ricordano, tra le altre donne della storia molisana, l’illustre donna di origine oratinese, ribattezzata dai camerunensi Mafua Nkong (la “Regina dell’Amore”), per aver scongiurato il rischio di estinzione della comunità Bangwa, per aver salvato almeno 11.000 bambini e per aver formato innumerevoli ostetriche a Fontem, in Camerun, durante i suoi 48 anni di opera missionaria, a partire dal 1967.

“Le nostre donne si sono, quasi sempre, allontanate dal Molise, essenzialmente, per emigrare e trovare lavoro, al seguito dei loro uomini” – ha detto la scrittrice Rita Frattolillo – “la nostra regione, particolarmente povera e bisognosa ha registrato l’esodo di donne che hanno scelto di andarsene, volontariamente, per la propria sopravvivenza. Accanto a questa categoria di donne, ce ne è stata un’altra che seppure attaccata alle proprie radici ed alla sua identità storica, ha scelto di pensare al prossimo ed ecco che abbiamo scoperto i casi di donne generose a dismisura, eccezionali, che hanno scelto di abbandonare tutto, pur di andare incontro a chi avesse bisogno delle loro competenze, della loro partecipazione ed umanità. Tra i vari esempi di valorose donne molisane, vorrei ricordare due laiche, entrambe morte nel 2015: la triventina Rita Fossaceca, originaria di Trivento, medaglia d’oro al valore civile post mortem nel 2015, radiologa e ricercatrice a Novara, che fu uccisa in Kenya, dove stava lavorando per l’Associazione ForLife Onlus, per coprire la madre, durante una rapina. Mentre, Pia Rosa Fatica fu un’ostetrica affermata, che intravide il proprio destino missionario, quando l’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, diede notizia di una commissione che aveva deciso di creare un nuovo ospedale nel Camerun più selvaggio. Agli inizi del 1967, Pia Rosa Fatica prende la decisione e affronta la sfida in un luogo africano che non conosceva, dove la popolazione era in condizioni disperate e la mortalità infantile era altissima, oltre ad essere afflitta dall’assenza di igiene e di alfabetizzazione della popolazione. Pia Rosa Fatica si prodigò, anima e corpo, per salvare 11.000 bambini. Grazie a lei, qui nacque un ufficio, che divenne un punto di riferimento della comunità camerunense, per risolvere ogni problema. Pia Rosa Fatica apprese benissimo la lingua del luogo e risolse i problemi di tutti, tant’è che fu chiamata Mafua Nkong, la Regina dell’Amore, particolarmente amata da bambini, vecchi, carcerati e dalla gente più semplice di Fontem, che ancora oggi le rende omaggio attraverso sentite processioni, ogni anno, in occasione dell’anniversario della sua dipartita.

Tra le donne illustri del Molise, raccontate nel libro scritto da Rita Frattolillo con Barbara Bertolini, c’è anche la Madre Badessa, Maria Caterina Procaccitto, originaria di Guardialfiera: una clarissa, ovvero una suora di clausura nata nel quartiere più povero e con un vissuto infantile difficilissimo, la cui vita si intreccerà con quella dell’avvocato Bartolo Longo, santificato da Papa Francesco. Madre Maria Caterina Procaccitto diventerà Badessa nel monastero benedettino di Eboli, dove assisterà la comunità, allevando tante nuove monache, durante la seconda guerra mondiale e coltivando amicizie importanti come quella epistolare, scoperta attraverso un diario, con l’ex sindaco di Firenze e più volte deputato, Giorgio La Pira. 

Rita Frattolillo e Barbara Bertolini rappresentano le uniche biografe ad aver dato voce e luce a tante donne molisane della storia, attraverso i loro libri “Molisani. Milleuno profili e biografie”, “Il tempo sospeso. Donne nella storia del Molise” e quest’ultimo: “Il Molise al femminile. Biografie e Storia”, pubblicato da Editrice Lampo, nel marzo di quest’anno e che percorre la vita di alcune importanti donne molisane, attraverso 800 anni di storia: dalla feudataria e contessa di Bojano, Giuditta di Molise, vissuta, nel ‘200, fino alla ricercatrice triventina, Rita Fossaceca (1964-2015).  

Nel corso della cerimonia di consegna del Premio “Pia Rosa Fatica”, svoltasi a Oratino, nella piazza della Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, Barbara Bertolini ha ricordato la figura di Suor Ninetta Ionata, nata a Guglionesi, nel 1887, in una famiglia molto religiosa, nella quale, si condivideva la consuetudine di recitare il Rosario, tutti i giorni, davanti al caminetto di casa. “Da adolescente, Ninetta Ionata entra a far parte della Congregazione delle Maestre Pie Filippini ” – ci ha raccontato la coautrice di “Il Molise al femminile”, Barbara Bertolini – “un ordine religioso che forma gli insegnanti presenti nelle scuole cattoliche, sparse nel mondo. Ninetta prende i voti nel 1906 e 4 anni più tardi partirà per l’America, per stabilirsi a Trenton, nel New Jersey, dove il Vescovo locale aveva bisogno di insegnanti, soprattutto nel quartiere maggiormente popolato da emigrati italiani. Qui, Suor Ninetta Ionata insegnerà per lunghi anni, nonostante il rischio di dover rientrare a Roma, allorché il Vescovo americano cederà la scuola al Comune di Trento. Ci sarà, quindi, un nuovo Vescovo che apprezzerà le qualità di Suor Ninetta Ionata, nominandola Madre Superiora e chiamandola a dirigere quella scuola, che sarà da lei, profondamente, rinnovata fino a diventare, con le sue 400 iscrizioni, un importante punto di riferimento della cultura italiana in America”. Il politico americano Robert Torricelli e il poeta Giuseppe Prezzolini, insegnante, quest’ultimo, presso l’Università italianistica (evocato in alcuni libri, anche dall’on. Giulio Andreotti), che apprezzerà lo spirito libero che animava la scuola, dopo aver ascoltato la pertinente tesi su Niccolò Machiavelli, di una giovane allieva, diventeranno amici di Ninetta Ionata, aiutandola nel perseguimento dei più prestigiosi obiettivi della scuola.

 La collaborazione di Suor Ninetta Ionata con il nuovo Vescovo, ricorderà alla biografa Barbara Bertolini, la stessa sintonia che ci fu tra Santa Lucia Filippini con il Cardinale Barbarico, favorendo il successo della Congregazione delle Maestre Pie Filippini, divenuta tra le più importanti nel mondo. 

Ma alla terza edizione del Premio “Pia Rosa Fatica” di Oratino, c’era anche una terza biografa, provenuta, appositamente, da Trento: Ilaria Pedrini, ex insegnante di Diritto ed Economia, oggi in pensione, che continua a mantenere vivi i contatti con la comunità di Fontem, in Camerun, dove hanno prodotto un film con la processione e le canzoni dedicate alla missionaria molisana, Pia Rosa Fatica, ogni anno festeggiata, in occasione dell’anniversario della sua dipartita, avvenuta il 23 Agosto 2015. “Una caratteristica dell’opera di Pia Rosa Fatica – ha detto la biografa Ilaria Pedrini – è che è andata avanti e che sta facendo ancora cose grandi, grazie al contributo delle tante donne divenute ostetriche Bangwa, da lei formate, negli anni. E’ uscito un film a lei dedicato, nel 2017, quando sono cominciati gli scontri tra le forze governative francofone e antigovernative anglofone che volevano la scissione del Camerun. Ed  è arrivato anche il momento in cui molti medici ed imprenditori europei sono stati espulsi e costretti a lasciare il Camerun .La popolazione più agiata si è portata in posti più sicuri. Sono rimasti pochi poveri, donne, bambini, anziani e sono rimaste, soprattutto, le ostetriche formate da Pia Rosa Fatica. Grazie a loro dal 2017 Fontem rappresenta,. oggi, un grande faro della comunità locale, perché la maternità è stata preservata” – ha proseguito Ilaria Pedrini, durante la cerimonia del Premio -“perché è stato mantenuto in piedi il reparto maternità, che ha consentito alle donne povere e alla popolazione di sopravvivere. Finalmente, il conflitto non c’è più in questa fase e tutto ha ricominciato a vivere. E’ tornata la corrente a Fontem ed  ha ripreso a funzionare la turbina. L’opera di Pia ha continuato a produrre vita. Perché l’amore produce vita e continuerà, sempre, a produrre, ancora, vita”.

Nel frattempo, le più recenti iniziative di solidarietà promosse da Avita Onlus in Togo, dove il dottore Franco Feleppa, torna a lavorare, ogni anno, per almeno 4 settimane, si continua a costruire il Dispensario della scuola di Afagnan Eve, utile per medicazioni e vaccinazioni. Si assicurano pasti nella mensa scolastica (perchè i bambini che mangiano, studiano con maggiore profitto a scuola). L’Associazione Nouvelle Vision, finanziata da Avita, continua ad assistere e a scolarizzare i figli di malati di Aids. Si assistono le donne nei villaggi limitrofi, nella prevenzione del diabete e dell’ipertensione (progetto ADH). “Perchè il fil rouge, ovvero il filo conduttore è costituito dalla semplicità, dall’amore e dall’azione diretta” – ha dichiarato il neonatologo e pediatra missionario Franco Feleppa, vincitore della terza edizione del Premio “Pia Rosa Fatica” dell’Associazione “Arturo Giovannitti” di Oratino – “perché ogni singolo euro che va su quel territorio africano è gestito, direttamente da me. Bisogna stare lì. Per esempio, la costruzione di un pozzo a me costa 600,00 euro. Mentre ci sono ONG che, per lo stesso lavoro, chiedono 6.000 o 10.000 euro. E so che Rosa Pia Fatica ha sentito le stesse cose che sto vivendo io: lo stesso amore ed il valore dell’azione diretta. E so che dovremmo tutti, nel nostro piccolo, alzare la testa e dire basta ai genocidi. Grazie al contributo del 5 per mille riceviamo, ogni anno, 13.000 euro e facciamo tutto quello che possiamo fare per questa popolazione. Fino all’ultimo respiro”.

Davide Marroni

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