“L’incanto della Festa. I Misteri a Campobasso”, il nuovo libro di Elia Rubino

Un testo per interrogarsi sulla vitalità di una tradizione che rappresenta un linguaggio collettivo con cui una città racconta sé stessa: un ponte fra le generazioni.

La comunità campobassana mantiene viva la memoria storica legata ai “Misteri” del Corpus Domini di Campobasso, simbolo della sua identità, grazie alla ricca bibliografia presente sul tema, alla quale si aggiunge il nuovo volume di Elia Rubino “L’incanto della Festa. I Misteri a Campobasso” (Edizioni Lampo), presentato nel corso del Recital corale svoltosi ieri, a Campobasso, fra le luci e i colori del palcoscenico dell’Auditorium Gil, attraverso le voci della memoria e gesti tramandati e vissuti, narrati attraverso i canti, le rievocazioni  sceniche, la musica, la danza, i documenti storici rinvenuti, grazie all’impegno delle più note e storiche Associazioni culturali molisane: “La Mantigliana”; L’Associazione Pro Crociati e Trinitari per le Rievocazioni Storiche molisane; il Centro Danza ” Scarpette rosse” di Francesca Spallone; L’Associazione ” Le Cunciarije”; il Gruppo Folkloristico Molisano “Polifonica Monforte. Città di Campobasso” con Rosa Socci; il Gruppo mandolinistico di Anthony Palermo, Annalisa Palermo e Pietro Ferretti; la “Pia Unione” di San Giovanni Battista e quella del cantastorie Vittorio Faraone, figlio del compianto cantautore Benito. Con le voci recitanti di Vinicio Rocco, Roberto Sacchetti, Antonio Salvatorelli. Il “Corpus Memoriae” curato da Antonietta Emanuele, Giada Tiberio, Serena Gaeta. Con il coordinamento tecnico di Emilia Corsi, Enzo Robusto, dello staff della Fondazione Molise Cultura. E l’impianto luci curato da Antonio Ziccardi.

“L’incanto della Festa.I Misteri a Campobasso” scritto da Elia Rubino ed arricchito dall’interessante reportage fotografico di Roberto De Rensis – ha detto la professoressa Rosalisa Iannaccone, introducendo la rassegna – è di più di una semplice presentazione editoriale. E’ un viaggio nella memoria e nell’identità più profonda della città. Questo libro non è solo un’opera da leggere, ma un’esperienza da attraversare con gli occhi, la mente e il cuore. Elia Rubino, professore di Scienze Umane, scrittore appassionato di temi religiosi, esperto di nuove tecnologie, ha scelto di presentare, attraverso le suggestioni di un Recital corale, la sua pubblicazione, perché i “Misteri” non si raccontano mai solo con le parole, ma si sentono, si attraversano, si portano dentro. Rappresentano l’anima simbolica di Campobasso – ha proseguito la professoressa Iannaccone – Una tradizione che nasce dal sacro, si modella nella storia, si tramanda con l’arte e si rinnova, ogni anno, con l’impegno della comunità. I ” Misteri” sono molto di più di ciò che si vede. Sono ciò che ci tiene uniti. La prova che una comunità è viva, finché sa celebrare sé stessa non per nostalgia, ma con consapevolezza. Nati come manifestazione della fede popolare, della capacità artigiana e della coesione civica,  gli ingegni di Paolo Saverio Di Zinno rappresentano macchine teatrali viventi, uniche nel loro genere, che non si limitano a rappresentare, ma che incarnano la devozione, la fatica, la bellezza, la continuità. In una sola parola: la nostra identità”. 

E’ stata, inoltre, posta  in risalto, dalla professoressa Rosalisa Iannaccone, l’eredità culturale, oggi preservata dall’Associazione Pro Crociati e Trinitari per le Rievocazioni Storiche Molisane, che rappresentano, idealmente, la continuità viva con le antiche Confraternite che, nel XVIII secolo, commissionarono e finanziarono gli “ingegni” sacri a Paolo Saverio Di Zinno, dando origine a quella straordinaria invenzione che, oggi, chiamiamo “Misteri”. “I Crociati e Trinitari – ha aggiunto la professoressa – non sono solo, soltanto, rievocatori, ma sono custodi storici di una memoria che non si è mai interrotta e a loro si deve la trasmissione della devozione, della disciplina processionale, della struttura della sfilata, che da secoli, si rinnova per il Corpus Domini. Con fierezza portano avanti l’onore di essere stati tra i fondatori di quella che oggi viene chiamata la tradizione dei Misteri celesti: festa popolare e religiosa della comunità in cui fede, arte e identità si fondono”.

La rassegna ha accolto i saluti del Presidente dell’Associazione “Misteri e Tradizioni”, l’architetto Liberato Teberino. Della Sindaca del Comune di Campobasso, Marialuisa Forte. E i ringraziamenti per la collaborazione della Fondazione Molise Cultura. Ospite speciale dell’evento: la signora Antonia Tucci, memoria vivente dell’officina dove il padre Salvatore ed il fratello Nicola, ricostruirono, ad uno ad uno, gli “ingegni” danneggiati dai soldati durante il secondo conflitto mondiale, nel rispetto dei disegni di Paolo Saverio Di Zinno, realizzando il tredicesimo ingegno, quello del “Sacro Cuore di Gesù”, su commissione del sindaco dell’epoca di Campobasso, Ferruccio Impallomeni, nell’immediato dopoguerra.

Ispirato dal libro di Elia Rubino, il Recital corale nel quale si sono succeduti gli artisti, i musicisti, i cori popolari, i figuranti delle varie Associazioni, ha raccontato la storia dei “Misteri”, dal 1600 in poi, proiettando sullo schermo, le immagini evocative dei documenti storici rinvenuti, a partire dalle prime descrizioni. Dalla rievocazione della Pace dei Crociati e i Trinitari, del 1587, al periodo dell’Illuminismo, proveniente da Napoli, che mise in dubbio la fede cieca e la tradizione religiosa, mentre il sistema feudale si avviava verso il declino. Un Editto del 1740 della Diocesi di Napoli contribuì, in particolare, a indebolire le credenze superstiziose, promuovendo razionalità ed emancipazione. Si proibirono i balli, alcune processioni e le rappresentazioni degli Apostoli. Un cambiamento significativo lo apportò Paolo Saverio Di Zinno, che cercò di razionalizzare la Processione rendendola più ordinata. Il 1737 segna ancora la presenza dei Trinitari ad organizzare la Processione. Nel settembre del 1832, Campobasso visse un evento memorabile con la visita del  Re di Napoli: i “Misteri” sfilarono, nella circostanza, con una sfilata sontuosa che piacque molto al sovrano. Grazie ai disegni di Pasquale Mattei si può avere una immagine precisa dei “Misteri” dell’epoca, che mescolavano devozione e arte, incarnando una fusione di sacro e spettacolare.

Nella seconda metà dell’800, la Prefettura intervenne per regolamentare la Processione dei Misteri, a causa degli incidenti che si verificavano. La sicurezza divenne una priorità e furono stabilite nuove linee guida. Fu lo stesso periodo in cui il fotografo Antonio Trombetta cominciò a documentare i Misteri. Nel 1887, un articolo di stampa critico descrisse i “Misteri” come macchine infernali che distorcevano il carattere religioso in uno spettacolo macabro. Il 17 Maggio 1921 la proposta di ripristinare la Processione fu, ufficialmente, avanzata dai commercianti di Campobasso che, già attivi dal mattino presto nel vendere i propri prodotti, divennero sempre più protagonisti della sfilata, contribuendo alle spese sostenute. Nel 1929, il Podestà Nicola Correra guidò il comitato organizzativo per il ritorno della tradizione, quando le macchine sacre vennero trasferite nei locali della Casa della Scuola, segnando l’inizio della Sagra. Il 25 maggio 1929, il Giornale d’Italia celebrò il ritorno delle tradizioni, importanti per il risveglio economico e turistico della città. Fu significativo il coinvolgimento, in quella circostanza, dell’Istituto LUCE con i suoi operatori cinematografici. Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’avvocato, Antonino Mancini, Direttore della Biblioteca Provinciale dell’epoca, descrisse il declino dei “Misteri” di Campobasso, abbandonati nella chiesuola di San Nicola e riposti nell’Archivio di Stato da Emanuele Del Colle, paragonandolo al battito del cuore di Campobasso che si era trasformato in un eco di gloria perduta. La sagra dei “Misteri” rinacque nel 1946, grazie all’impegno del Sindaco Impallomeni e di una commissione locale, che commissionò ai cugini Tucci, supportati dall’artigiano Terzano, la ricostruzione degli ingegni. Nel 1955, Campobasso rivivrà i “Misteri” in una atmosfera rinascimentale, grazie all’idea dell’avvocato larinese Corrado Caluori, che segnò un ritorno alla tradizione, ma la città celebrò la sua storia, mentre il resto del Molise viveva il dramma dell’emigrazione.

Due importanti eventi storici caratterizzarono la vita dei “Misteri” nel secolo scorso, con la sfilata ad Assisi, nel 1991 e la sfilata del 27 giugno 1999 a Roma, in Piazza San Pietro, durante l’Angelus di Papa Giovanni Paolo II che ne sottolineò il significato religioso.

Davide Marroni

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